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9 gennaio 2023

ABRUZZO/ATRI - C'e' un legame tra Padre Pio ed Atri

 
L'IMPORTANTE LEGAME CHE PADRE PIO HA AVUTO CON LA CITTÀ DI ATRI

UNA STRAORDINARIA STORIA DA LEGGERE...

Nel 1945, appena terminata la Seconda Guerra Mondiale, Padre Pio potè riprendere nuovamente il suo progetto per la costruzione dell'Ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza". Il progetto era stato completato su carta nel 1940 dall'architetto SIRIO GIAMETTA, originario di Frattamaggiore (Napoli). Tuttavia, questo nome doveva essere cancellato dal suo progetto cartaceo perché GIAMETTA era stato un giovane accademico fascista nell'Università di Napoli.
Nel 1945 Padre Pio e il primario chirurgo dell'ospedale di Atri, Federico D'Alfonso, stavano cercando qualcuno che fosse in grado di ricopiare il progetto di Sirio Giametta per togliere dalle carte del progetto il suo nome, che ovviamente non era gradito al Governo italiano e sistemando al contempo su carta anche qualche tramezzatura del reparto di Chirurgia. GIUSEPPE VERDECCHIA, veterinario, pittore, scrittore, uomo molto attivo nell'ambito della cultura e della vita sociale di Atri, paese nel quale rivestì anche la carica di Primo Cittadino, aveva un figlio di nome CARLO, studente modello dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, in quel periodo la più importante in Italia. GIUSEPPE VERDECCHIA, molto amico del Dott. Federico D'Alfonso, propose al primario dell'ospedale di Atri il nome del figlio CARLO VERDECCHIA, bravissimo nel disegno tecnico e artistico. A Carlo il compito di rilucidare il progetto di Sirio Giametta per poter così produrre tutta la documentazione cartacea necessaria a Padre Pio per chiedere agli Stati Uniti le prime somme per finanziare e, quindi, iniziare la costruzione dell'ospedale a San Giovanni Rotondo.
 
 Purtroppo, Carlo Verdecchia disse a Padre Pio che non poteva in alcun modo occuparsi di questa cosa, perché la moglie non stava bene, non solo, aveva appena avuto l'incarico di dipingere un importante e impegnativo affresco in una chiesa di un paese vicino Atri, pur volendo con tutto il cuore aiutare il santo del Gargano gli dovette comunicare di non aver nemmeno un minuto libero per dargli una mano per il progetto dell'ospedale. Ma avrebbe fatto di tutto, insieme al padre GIUSEPPE VERDECCHIA, per trovare qualcuno che avrebbe aiutato Padre Pio al suo posto. E, infatti, passata qualche settimana GIUSEPPE e CARLO VERDECCHIA riuscirono a convincere un ingegnere 50enne di Casoli d'Atri, molto bravo, non ancora sposato, che lavorava come ingegnere Capo nel Genio Civile di Pescara, tale GAETANO CANDELORI, già Padrino di Cresima di Carlo Verdecchia. L'ingegner CANDELORI accettò l'incarico, in quanto pur di far contento CARLO VERDECCHIA e suo padre GIUSEPPE si rendeva felice anche Padre Pio da Pietrelcina, che aveva già tanti devoti in tutta Italia e era già conosciuto da tutti a Atri e nell'intero Abruzzo.
Così grazie a GIUSEPPE VERDECCHIA e suo figlio CARLO, Padre Pio potè procedere a San Giovanni Rotondo nella costruzione del suo ospedale. I primi soldi da parte del Governo Americano cominciarono ad arrivare e i lavori poterono iniziare ufficialmente nel 1947.
La scoperta di questo importantissimo passaggio storico nella storia dell'ospedale di Padre Pio, nonchè della storia di Atri e di Casoli di Atri, è del Gruppo di Studio e Ricerche storiche coordinato dagli architetti Dario Zingarelli e Gaetano Lombardi di Foggia (ricerca condotta sulle "Opere di Architettura realizzate da Padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo"), che ha ritrovato materiale documentale inedito. La testimonianza diretta del figlio del Dott. Federico D'Alfonso, Pietro D'Alfonso, all'epoca 15enne, è importante perchè fu testimone oculare di quegli avvenimenti intercorsi tra Pescara, Atri e Casoli di Atri, svelandone per la prima volta i retroscena. GIUSEPPE e CARLO VERDECCHIA erano spesso nello studio di suo padre, chirurgo nell'ospedale di Atri, e spesso ospiti anche a casa dello stesso medico a Pescara in Viale Gabriele D'Annunzio N° 21, oggi N° 23, proprio per le consultazioni private necessarie a organizzare l'aiuto che Padre Pio richiedeva loro, consultazioni necessarie per la realizzazione dell'ospedale a San Giovanni Rotondo.
Oggi Pietro D'Alfonso ha più di 80 anni, vive a Roma, con commozione ricorda insieme all'architetto Dario Zingarelli questa storia importante che rende lustro, non solo alla famiglia VERDECCHIA, padre e figlio, ma a tutti gli atriani. Soprattutto, rende giustizia alla Storia, perchè adesso, finalmente, sarà possibile legare ufficialmente il nome di Padre Pio a Casoli di Atri, il paese abruzzese da dove, nell'immediato Dopoguerra, ebbe inizio questa storia particolare che si lega a Padre Pio da Pietrelcina e al suo ospedale di San Giovanni Rotondo.
L'Amministrazione comunale di Atri, ha sostenuto fortemente l'importante iniziativa storica, culturale e civica di oggi,8 gennaio 2023, proprio per rimarcare il grande dono fatto a Casoli di Atri dal commentatore. Mario Verdecchia, nipote di GIUSEPPE VERDECCHIA, e in particolare per ricordare a tutti gli atriani, agli abruzzesi, che Padre Pio ha avuto un forte e importante legame con la città di Atri.

ABRUZZO/ MONTESILVANO - Riapre al Culto la Chiesa di S. Antonio. Fedeli in festa.

Nella celebrazione prefestiva dell'Epifania del Signore, alla presenza di S. E. Mons. Tommaso Valentinetti, Arcivescovo, lo scorso 6 gennaio è stata riaperta al culto la chiesetta di Sant'Antonio Di Padova. Presente anche il sindaco Ottavio De Martinis. 

Il sindaco sull'altare .
Il parroco ha detto:" questa chiesa sia ancora  luogo di preghiera e di incontro con il Signore, focolare di fede e piccolo centro di spiritualità". ( G. P.) 




6 gennaio 2023

E' MORTO GIANLUCA VIALLI. LO RICORDA AURELIO MENOZZI



 

ABRUZZO/ATRI (TE). GRAVE INCIDENTE , PANDA ACCARTOCCIATA. I VIGILI :" Troppa distrazione alla guida ".

Ieri  mattina,( 5/1/23)  verso le 13.30 circa sulla strada statale 553, altezza frazione Cona di Atri, è avvenuto uno scontro frontale tra due autovetture con feriti gravi. 

Dalle prime ricostruzioni, dopo i rilievi svolti dalla Polizia Locale di Atri diretta dal Maggiore Alfonso Osmi, una donna di 40 anni residente a Città Sant’Angelo alla guida di una Fiat Stilo procedeva in direzione Silvi e per cause ancora da accrtare ha perso il controllo del mezzo occupando la carreggiata opposta e andando a collidere contro una Fiat Panda che viaggiava in direzione Atri guidata da un 40 enne residente nella città ducale. Sul posto è intervenuta immediatamente un autombulanza dell’Ospedale San Liberatore che ha trasportato il ferito al pronto soccorso con il codice rosso oltre ai Vigili del Fuoco di Roseto degli Abruzzi. Al momento sembra che la prognosi non sia stata ancora sciolta per le ferite gravi riportate mentre la donna sarebbe uscita indenne dal grave sinistro stradale. 

La polizia locale  raccomanda di moderare la velocità e fare attenzione alla guida senza
distrarsi con il telefono cellulare per evitare che accadano incidenti anche gravi mettendo a
repentaglio l’incolumità propria e degli altri.
Marino Spada

 

La panda incidentata